Curiosità

Lo guardai sorpreso, prima perché non mi sarei aspettato

che fossero quelle le sue parole; poi perché non sapevo

che lui fosse a conoscenza di quell'ingresso.

(Capitolo "Il Cadavere")

 



Attenzione: rischio di spoiler! ;-)


Il misterioso sottotitolo

Il titolo Il Carro di Apollo non è nato con il romanzo, naturalmente. Nei romanzi dell'autrice, i titoli sono il risultato finale della storia. La decisione che ha portato alla scelta proprio di questo ha voluto dare rilievo a un dettaglio tenero: il sogno di un piccolo Luca che si immagina grande esploratore alla conquista della Biga del sole. Questo omaggio ha scalzato quello che per qualche tempo era il titolo prescelto alla fine della prima revisione: Un cliente dalla pioggia, che dà nome anche al primo capitolo del romanzo. Modificato in Il Carro di Apollo nelle revisioni successive, appare misteriosamente come sottotitolo in alcune copie della versione e-book del romanzo, nel formato venduto dall'autrice. Occhio, perché queste copie potrebbero un giorno essere copie da collezione! 


La Palermo del romanzo

Nelle intenzioni dell'autrice, la città di Palermo è la protagonista globale del romanzo, con le sue atmosfere sontuose ma pigre, i profumi molteplici, le strade assolate o battute dalla pioggia. Anche con la sua lingua - il siciliano - e qualche tipico personaggio. Non mancano i luoghi, poi, scenari perfetti per il dipanarsi della narrazione. Dal vicolo, in cui Luca incontra Davide, al Papireto - dove Stefano abita; da piazza Bologni con i suoi palazzi decadenti e magnifici a Mondello con il suo mare cristallino. E tanti tantissimi altri. Insomma, l'autrice non ha perso alcuna delle occasioni per richiamare l'attenzione del lettore sulla presenza costante e avvolgente della Perla del Mediterraneo. Ecco, allora, che ci piace farci dono di una galleria di immagini dei luoghi citati nel romanzo! 


L'ispirazione del romanzo

Troppo facile pensare che l'ispirazione della storia de Il Carro di Apollo nasca dal suo protagonista principale: Stefano Cori!

In realtà, l'idea de Il Carro di Apollo parte dalle conoscenze psicologiche dell'autrice sui disturbi del sonno: la narcolessia era un mondo che la affascinava! Nasce così il primo protagonista della storia: il colto e ambivalente Luca Magliari. Ebbene sì, nonostante - leggendo il romanzo - si sia portati a credere che Stefano Cori sia stato lo spunto ispiratore, il nostro bell'investigatore viene partorito dalla fantasia dell'autrice solo dopo, quando le idee vanno alla ricerca di un'antagonista per Luca! Ecco allora sorgere l'idea di un personaggio complesso che unisse in sé una storia personale universalmente giudicabile come deviante a un forte senso della giustizia. Una figura di investigatore diversa dalle icone precedenti nella letteratura, un giovane uomo fuori dalle regole che cresce sognando di mettere a posto proprio quel mondo sbagliato in cui è cresciuto e da cui in fondo non vuole del tutto allontanarsi.

A due personaggi così non poteva che accostarsi una terza identità altrettanto sfaccettata, come il caustico Massimo Pavesi. Chiamati all'appello questi tre uomini, la storia si è sviluppata da sola, insinuandosi nelle pieghe delle sfumature dinamiche delle loro relazioni.


Le traversie del Carro

In origine, il romanzo era stato concepito per la partecipazione al concorso indetto da una nota rivista italiana. Nella sua evoluzione narrativa, però, il romanzo assunse aspetti troppo dissonanti con la filosofia patinata della rivista; cosa che ha tenuto lontano il romanzo da quel concorso.

Successivamente, il Carro ha ricevuto l'attenzione di diversi lettori e editori, tutti grandemente colpiti dalla storia e dallo stile, ma altrettanto perplessi dinanzi l'omosessualità del protagonista: perché non trasformi Stefano in Stefania o Luca in Laura? - è stata la richiesta tipica di almeno una decina di contatti, disposti a pubblicare il romanzo a patto che. Il rifiuto categorico dell'autrice ha così allontanato di anno in anno il Carro dagli Editori, forse poco coraggiosi o forse troppo banali...  chissà!

Nel corso degli anni successivi, il romanzo è stato sottoposto dall'autrice a varie revisioni, di tipo stilistico e anche di trama, ma mai per un solo istante ha pensato di castrare Stefano o Luca per farne una donna... con buona pace dei bigotti!


Relazioni che cambiano

Spazio per il pettegolezzo! Originariamente l'autrice aveva deciso che l'attrazione sbocciasse fra Stefano e... Massimo Pavesi! Increduli, eh? L'idea di una relazione fra un ex gigolò e un vicequestore della polizia sembrava veramente esplosiva da un punto di vista di valori. Tracce di questa intenzione sono state volutamente lasciate dall'autrice in alcune interazioni fra i due uomini, quando sembra che Pavesi sia in qualche modo aggiogato dalla capacità di Stefano di spiazzarlo.

Cosa è successo poi - vi chiedete? Faccenda complessa, diremmo: nella sua evoluzione sorprendente, il personaggio di Luca Magliari ha assunto aspetti che lo hanno fatto emergere con un temperamento impossibile da trascurare. L'attenzione dell'autrice, quindi, e quella di Stefano hanno cominciato a esserne calamitate, fino ad arrivare alla totale fascinazione ;-)

Voi che cosa avreste preferito?


Il Carro di Apollo

Il ciondolo di Davide Torvani ha un ruolo preminente nella narrazione. Perché proprio questa forma per un oggetto tanto importante? Ancora una volta, le ispirazioni più bizzarre arrivano dall'universo onirico: l'autrice ha infatti visto il ciondolo in un sogno fatto durante la prima stesura del romanzo. Un sogno ambientato, ça va sans dire, nell'antica Grecia, in cui - all'interno di una tomba ignota - l'autrice ritrovava una piccola biga di Apollo, originariamente creata come oggetto votivo. Nel sogno, una voce le sussurrava: dalle l'importanza che merita. Fatto, no?


La copertina del romanzo

I Palermitani più attenti lo hanno individuato subito, gli altri si sono interrogati a proposito; i non Palermitani non hanno elementi a disposizione per la certezza né per il dubbio: quale scorcio è reso protagonista nella copertina ideata dall'autrice*?

Si tratta di uno dei panorami più sorprendenti del centro storico di Palermo: la vista sulla Cattedrale (magnifico patrimonio UNESCO) che è possibile godere da una piazza (Piazza Sant'Anna al Capo) di uno dei più antichi quartieri/mercato della città, il Capo. Attraversando file incalzanti e colorate di banchi traboccanti di odori e merci (pesce e frutta soprattutto) su via Porta Carini, insinuandosi in un vicolo più stretto e dalla pavimentazione incerta (via Cappuccinelle), si arriva alla ricompensa più ambita in una piazza ripetutamente posseduta da rifiuti e posteggiatori: lo sguardo che si allarga sopra tetti di case basse e antiche per correre infine al profilo della Cattedrale contornato dall'orizzonte montuoso. Sregolatezza e somma bellezza: l'anima di Palermo nella sua più fascinosa verità. Proprio come Stefano Cori!

Per raggiungere lo scopo di ricreare l'atmosfera iniziale del romanzo, una foto scattata dall'autrice è stata successivamente elaborata da Ljus av Balarm, alla ricerca dell'atmosfera perfetta per simbolizzare la notte che dà inizio a tutto.

Lo skyline originale ph @ Patrizia Grotta
Lo skyline originale ph @ Patrizia Grotta
La trasformazione ad opera di @Ljus av Balarm
La trasformazione ad opera di @Ljus av Balarm


Era una notte buia e tempestosa

Un detrattore del romanzo - evento raro, lo confessiamo - ha severamente puntato l'indice sulla banalità dell'incipit del romanzo, da lui definito plagiato sulla becera falsariga dello stereotipo da giallo: notte, temporale, tensione. Un editore - fra quelli fautori della castrazione di Stefano... - ha suggerito di cambiarlo (è possibile castrare anche un temporale?) proprio per sottrarre il romanzo ai giudizi negativi frettolosi di chi esprime valutazioni solo sulle prime righe. Impossibile farlo, poiché il Temporale, nella storia, ha persino ruolo di protagonista con i suoi impliciti e correlati.

Il motivo più vero per cui mai l'autrice lo cambierebbe, però, è che, piuttosto che plagio banale, questo incipit temporalesco è un suo affettuoso omaggio al più grande ispiratore di narrazioni di tutti i tempi: il mitico Snoopy di era una notte buia e tempestosa*! Potremmo mai rinunciare a un tale padrino?

 

* che a sua volta cita il Paul Clifford dello scrittore inglese Edward Bulwer-Lytton. Basta, inoltre, consultare Wikipedia per scoprire che i beceri plagiatori di incipit con maltempo sono tanti...